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Verbale del 12 giugno 2011
“Com’è bello stare insieme” e nel mese di maggio abbiamo vissuto questa forte esperienza di amore fraterno con i vari gruppi dell’ALAM, rivestendoci ancora e di più di amore misericordioso.
La giornata di oggi ci vede di nuovo riuniti con alcuni associati della Comunità di Succivo per riflettere sulla condivisione nella vita di Gesù e nella Chiesa primitiva e consacrarci come famiglie durante la celebrazione della Santa Messa. Questa occasione di comunione fraterna si incardina bene, tra l’altro, nelle intenzioni dell’Apostolato della preghiera, elaborate da Benedetto XVI per il mese di giugno. I Vescovi infatti rivolgeranno le preghiere allo Spirito Santo affinché illumini associazioni, gruppi e movimenti ecclesiali rendendo feconda la loro testimonianza e favorendo momenti di incontro e di condivisione spirituale.
Guardando Gesù capiamo che condividere significa un reciproco partecipare la propria vita in modo materiale, affettivo e spirituale.
Frequentare e stare vicino ai fratelli, nel nome di Gesù, “Dove due o tre sono riuniti nel mio nome, lì sono anch’io”, consente un interscambio di conoscenza e di comunicazione, che realizzano l’Effetà, l’aprirsi del cuore alle esigenze dell’altro per risanare i rapporti umani segnati dal peccato e per identificarsi poi negli stessi sentimenti di Gesù.
Conoscere e amare Cristo non come “risposta a un bisogno” ma come pienezza di vita, radicata nella verità, è la finalità del cristiano e noi LAM dobbiamo sforzarci di avere uno stile di vita, secondo l’insegnamento di Madre Speranza, per vivere uniti come una pigna per santificarci e dare gloria al Signore e fare il bene a quanti trattano con noi.
Non deve apparire poi difficile e irrealizzabile ripercorrere l’esempio della condivisone vissuto nella Chiesa primitiva, perché dalla lettura degli Atti degli Apostoli 2,42-48, emerge chiaro come l’ascolto della Parola fosse messo al primo posto con serietà e continuità. La santità d’altronde non si improvvisa ma necessita di un impegno consapevole e costante.
Guardando alla Comunità di Gerusalemme quindi, perseverante nella comunione dei beni materiali, nella frazione del pane Eucarestia) e nelle preghiere, dobbiamo sentirci spronati a vivere come “un cuor solo e un’anima sola” nelle fatiche e difficoltà di tutti i giorni, accettando le diversità di ognuno e ragionando secondo la logica di Dio che è Amore Misericordioso “Vi do un comandamento nuovo: che vi amiate gli uni e gli altri, come io vi ho amati, così amatevi anche voi gli uni gli altri”.
Cristo deve costituire perciò la centralità di ogni azione e progetto di noi LAM, sostenuti dall’Eucarestia, punto più alto della condivisione spirituale.
Dopo l’invocazione allo Spirito Santo (la giornata odierna celebra la Pentecoste) e dopo la lettura della Parola, momenti di silenzio invitano alla riflessione personale. Vengono partecipate alcune frasi del Vangelo maggiormente significative.
Rodolfo F. sottolinea “Ne costituì dodici” e “Il Signore ogni giorno aggiungeva alla Comunità quelli che erano salvati”, che lascia intendere, precisa Suor Rifugio, la chiamata al sacerdozio degli Apostoli.
La chiamata è comunque per tutti gli uomini ai quali viene affidata la missione dell’Amore e della vita, specifici attributi di Dio.
La scelta avviene in modo particolare per richiamare il popolo di Dio alle cose celesti. Il nostro unico bene è Dio e la vocazione individuale, come il matrimonio, esprime la SS.Trinità.
Ad alcuni chiamati, il Signore ha cambiato il nome, così come lo cambierà a ciascuno di noi, per identificare l’essenza della persona e la missione assegnata (Simone= Pietro: “su questa pietra fonderai la mia Chiesa”).
Non è facile capire il progetto di vita personale: occorre verificare e riflettere sulle proprie miserie per giungere alla santità.
I laici dell’Amore Misericordioso sono chiamati ad una grande missione, cioè quella di esprimere nella Chiesa le sfaccettature dell’Amore Misericordioso di Dio, imparando il perdono,la pazienza, l’accoglienza degli ultimi. La Chiesa di oggi è infangata e necessita perciò di questi elementi positivi.
Franca L.in B. ricorda l’importanza di portare avanti, come gruppo, la catechesi iniziata nelle Parrocchie di San Barnaba, Santa Giulia, dell’Immacolata e Bruno S. sottolinea che la chiamata è rivolta a tutti anche ai peccatori, affinché si conformino alla volontà divina ed assumano uno stile di vita da cristiani.
Portare e far conoscere le parole del Signore al prossimo non è facile, perché non è facile entrare nella mentalità di ognuno, dice Bruno ma Suor Rifugio invita all’esempio, al perdono, alla solidarietà. Bruno sottolinea che l’ascolto e l’entrare in sintonia con gli altri richiede disponibilità e perseveranza ma Roberta S. afferma che di fronte agli ostacoli e al rifiuto da parte delle persone, occorre valutare se sia bene continuare.
Suor Rifugio ricorda che l’Amore Misericordioso cambia la testa e il cuore e allorquando si ragiona come Cristo, si incontreranno sempre delle difficoltà.
Caterina C. conferma le difficoltà e i timori avuti dal parroco della sua Parrocchia a portare avanti il cammino della pastorale da lei iniziato con Roberto ma l’opportunità avuta, di dialogare ed aprirsi alle famiglie, ha comunque sortito effetti positivi con la partecipazione numerosa nel mese di maggio al Rosario commentato da Madre Speranza. L’Amore Misericordioso ha toccato quindi il cuore della gente.
Le problematiche incontrate dal parroco, afferma Teresa (Comunità di Succivo), sono comuni a molti parroci che, caricati di responsabilità e lavoro, temono ulteriore aggravio. Occorre collaborazione da parte nostra per continuare la missione.
Il messaggio dell’Amore Misericordioso infatti, è ancora poco conosciuto, dice Dada e noi laici sconvolgiamo i percorsi parrocchiali.
Il tentativo di convertire sacerdoti o quant’altri incontriamo, afferma Cesare (Comunità di Succivo), può dare delusioni o difficoltà e a proposito richiama le parole del Vangelo: “ Chiamò a sé quelli che volle”; l’unica cosa vera che si può fare invece, continua Cesare, è quella di interpretare l’Amore Misericordioso vivendolo tutti i giorni ed esemplificandolo al prossimo. Ricorda ai presenti che hanno vissuto l’esperienza dell’Incontro Coniugale, il clima d’amore avuto durante e dopo quei giorni e soltanto continuando a vivere in quel modo, si creerebbero tanti focolai vivi. Non bisogna convincere nessuno ma dare visibilità di comportamento per stimolare e suscitare domande negli altri su questo stile di vita. In quanto laici, dobbiamo conservare il concetto di appartenenza e come gruppi, dobbiamo crescere insieme per avere più forza e non disperdere energie perdendo in umiltà.
Suor Rifugio precisa che Gesù ha cercato prima di arrivare al cuore della gente e poi di agire per loro e con loro. Nessuno possiede la verità ma se con buona volontà portiamo avanti progetti di bene, Dio ne terrà conto guardando alle intenzioni e non al risultato. Le opere buone che cerchiamo di fare sono comunque frutti benefici perché importante è seminare e non sta a noi verificare o capire se non ci saranno risposte da parte delle persone a cui si porta il messaggio. C’è sempre un ritorno nel tempo alla semina di bene.
Comunicare e partecipare la propria esperienza di salvezza, nonostante le difficoltà, testimonia Caterina C., è importante perché rientra nella missione affidataci dal Signore e Suor Rifugio ricorda le parole dette da Gesù a Madre Speranza “ Voi sarete la mia Congregazione” perché bisogna essere l’Amore di Dio nel mondo e Madre Speranza, conformatasi a Lui, ottenne la guarigione di una zingara, vista ed amata come essere umano e non considerata quale persona non bene accetta alla società.
Gilberto sottolinea ancora le parole dei brani evangelici “Chiamò a sé quelli che Egli volle “ e “Giuda Iscariota quello che poi lo tradì” per evidenziare come Dio chiami tutti e si sofferma in particolare sull’espressione “Tutti coloro che erano diventati credenti stavano insieme e tenevano ogni cosa in comune…..”che mostra l’intensità della comunione fraterna vissuta dai primi cristiani. Cesare, tuttavia, non pensa che l’interpretazione da dare sia quella letterale ma che la comunione si riferisca non tanto ai beni materiali quanto a quelli spirituali, come la condivisione dei pensieri, degli ideali, della fede, quindi come partecipazione della propria vita.
Gli Apostoli hanno senz’altro messo in comune i loro beni materiali ma col tempo l’organizzazione della Chiesa è andata modificandosi. Quel momento è stato infatti un momento di Grazia vissuto dagli Apostoli, precisa Suor Rifugio, germogliato con la discesa dello Spirito Santo, perché la venuta di Gesù, che si concretizza poi nel “Voglio bere il calice amaro” per fare la volontà del Padre, aveva incontrato momenti di tenebra e confusione nei quali viveva la feccia dell’umanità. Il sacrificio di Cristo ha illuminato e disperso le tenebre. Le esperienze sbagliate devono perciò aiutare ad auto controllarsi e a correggersi. Il fenomeno di massa avvenuto all’epoca degli Apostoli va letto e visto pertanto in quel particolare contesto e non sempre può calzare allo stesso modo nel corso dei tempi.
La condivisione fraterna, ritiene Dada, parte dai sentimenti, dall’aiutarsi reciprocamente ed eventualmente dalla comunione dei beni materiali e Suor Rifugio ricorda che l’aiuto economico è sempre importante anche nella nostra Comunità dove esistono tante povertà.
Le uniche cose veramente importanti da offrire agli altri, afferma Gianna C., sono l’umiltà e il perdono guardando ad essi sempre come esseri umani.
La testimonianza di Luciana B. sulla comunione fraterna da lei vissuta direttamente e toccata con mano, riguarda una Parrocchia disattivata da ben 17 anni e che è tornata a vivere con l’aiuto non solo dei parrocchiani e di tanti giovani, che hanno offerto denaro, mobili e disponibilità fisica ma anche da parte di persone anonime. Bisogna perciò prima credere e poi amare. Questa esperienza, dice Luciana, l’ha identificata con la Maria, sorella di Marta, del Vangelo, facendole scoprire la vera Chiesa, quella originaria, che fiorisce di anime.
L’alone che circonda la Congregazione è costituito dall’ALAM, sostiene Suor Rifugio, perché occorre evangelizzare l’Amore Misericordioso che rientra nel progetto di Dio, che tramite l’unicità dei laici chiamati ad esserlo, vuole diffonderlo ovunque. Nella Congregazione infatti sono state previste varie sfaccettature dei religiosi e dei laici ed i laici hanno una missione grande da svolgere nella Chiesa; essi sono i raggi che irradiano il mondo con l’esempio e le parole. “Tu pensa a diventare Amore Misericordioso poi il rumore lo farò io” ha detto Gesù alla Madre. Il momento attuale è difficile ma dobbiamo avere la certezza che ci sarà la ripresa e la resurrezione. Non dobbiamo perciò scoraggiarci.
La fede in Dio, conferma Caterina B., conduce ai risultati e ricorda che i suoi piani non sono i nostri. Noi dobbiamo essere più misericordiosi gli uni gli altri, meno impulsivi e più prudenti con le parole, essere soprattutto umili.
Rita R. si sofferma sull’essere Comunità dei primi cristiani tramite la preghiera, la meditazione profonda della Parola e l’assiduità dell’Eucarestia. Riscoprire questo modo, fa sentire veramente la comunione fraterna. E’ fondamentale perciò costruire la Comunità per poter spandere i propri impegni nel quotidiano. La difficoltà di oggi di mettere insieme i beni materiali è dovuto al momento che si sta vivendo: la società odierna infatti, ha reso tutti più egoisti facendoci inorridire e venir meno nei sentimenti più alti di altruismo, generosità e solidarietà.
A proposito, il Coordinatore dà lettura degli scritti di Madre Speranza (El pan 7,62-72) sulla pagina di Vangelo di Marco sull’elezione dei dodici Apostoli, sulla quale seguono ulteriori riflessioni.
Rossana S. dichiara di essersi sentita chiamata con l’esperienza dell’Incontro Coniugale dove l’entusiasmo era stato preceduto dai timori e dalle perplessità di scoprire qualcosa di sconosciuto. Da lì è iniziata però la revisione personale e familiare con l’affidamento nelle mani del Signore, la cui misericordia è diventata fondamentale nella sua vita. Il percorso è stato attraversato anche dai dubbi dell’apostolo Tommaso ma nonostante le difficoltà, ha cercato di tener fede alla chiamata.
Ognuno deve portare avanti la propria missione, afferma Agnese R., facendo conoscere il Carisma dell’Amore Misericordioso e racconta l’episodio di una persona avviata casualmente dal genero al Santuario e che ha avuto grandi benefici spirituali.
Gabriella S. partecipa ai presenti i momenti di emozione e commozione avuti durante il restauro della statua del Crocefisso di Collevalenza. Con l’aiuto chiesto a Madre Speranza, ha potuto rigenerare il Cristo originario assaporando l’entusiasmo e la commozione di quanti si recavano a vederlo perché anche dal lato scultoreo, la statua si presenta perfetta e di gran pregio.
Dopo i vari interventi, la Comunità condivide la preghiera e il gruppo casilino procede successivamente alle elezioni del Coordinatore, Segretario ed Economo per scadenza del mandato triennale.
Essendo presenti 42 associati, il quorum equivale alla metà più uno in prima votazione e alla maggioranza dei voti in seconda votazione.
Scrutatori: Buldini Gilberto e Salerno Bruno.
Risulta eletto Coordinatore, Bruna De Cicco Lorrai con 28 voti a favore e in assenza o impedimento Renzo Botteghi con 4 voti a favore. I rimanenti 10 voti sono stati distribuiti come segue:
La Vaccara Gaetano 2;
Salerno Bruno 1;
La Vaccara Pina 1;
Leo Francesca 2;
Riccio Sergio 3;
Buldini Gilberto 1;
Risulta eletto Segretario Francesca (Franca) Leo Belella con 35 voti a favore e in assenza ed impedimento Barbara Settembre con 2 voti a favore.
I rimanenti 5 voti sono stati distribuiti come segue:
Luongo Elisabetta 2;
Riccio Sergio 1;
Marconi Guglielmo 1;
Buldini Gilberto 1;
Non risulta eletto l’Economo in prima votazione per mancanza del quorum. I voti sono stati distribuiti come segue:
Marconi Guglielmo 18;
Botteghi Renzo 12;
Buldini Gilberto 2;
Senesi Sergio 7;
Riccio Sergio 3;
Risulta eletto Economo in seconda votazione Marconi Guglielmo con 26 voti a favore. I rimanenti 16 voti sono stati dati a Senesi Sergio.
Tutti e tre gli eletti dichiarano di accettare l’incarico, affidandosi allo Spirito Santo per l’impegno da assolvere.
La riunione termina con gli avvisi.
La giornata si conclude con la celebrazione della Santa Messa nella quale tutte le famiglie presenti si consacrano a Gesù Amore Misericordioso per le mani di Maria Mediatrice.
Sia lode a Dio
Franca
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