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  6 aprile 2014

 

 

 

 

 

VERBALE DEL 6 APRILE 2014

La formazione di oggi invita alla riflessione sulle parole di Madre Speranza “Voglio diventare una grande santa” dopo aver pregato il Padre Nostro e aver cantato “Sia fatta la tua volontà”.
Il tempo di Quaresima ci ricorda di “Non aver paura della confessione”come dice Papa Francesco  e le celebrazioni pasquali della Cena ebraica e del triduo pasquale ci sollecitano ad avvicinarci al Sacramento del perdono.
Sulla Parola di Dio (Giov.17, 1-3.26) interviene Suor Rifugio spiegando che la Redenzione deve passare per il dolore e che il dolore sopportato per le persone amate, redime.  Gesù ha raggiunto il massimo della gloria con la croce ma noi non conosciamo la misura del suo dolore.  Nel suo cuore e nel suo volto, dice Madre Speranza, non sono mai passati sentimenti negativi per i carnefici che ignoravano di fare la più grande incoronazione della terra. La misura del dolore che Cristo è riuscito a sopportare è il massimo dell’Amore. Ogni atto di Dio è eterno e continua ad essere efficace. Solo alcuni mistici che hanno uno spiraglio sull’infinito, vedono il suo dolore. Anche noi dobbiamo chiedere a Dio di riuscire a passare nel dolore perché il sacrificio misura l’amore. Le ore solenni della vita (sofferenza) danno la crescita. Più ci si incammina verso il Signore, più Lui ci attira e le tentazioni contribuiscono al nostro bene.
Luciana B. si domanda perché l’amore deve passare attraverso la sofferenza e Suor Rifugio ricorda che Gesù non l’ha scelta perché se non ci fosse stato il peccato, non sarebbe stato necessario il sacrificio. Il disordine purtroppo causa il dolore e il peccato crea dolore a chi lo fa e a chi lo riceve. La gioventù di oggi porta il segno del disordine creato nella famiglia. L’anima non si inganna e non può vivere meglio.
I bambini sono pezzi di cielo  che non è giusto paghino le colpe dei padri.
Il peccato infatti, dice Gilberto B., ricade su tutti, si allarga ma la vita, precisa Suor Rifugio, non finisce qui e i discendenti possono pagare il peccato di altri. La Redenzione non sarebbe servita se non ci fosse stato il peccato perché nel piano di Dio non c’era il peccato e quindi la redenzione. L’inganno del demonio ad Eva ha compromesso il suo piano ed essi sono finiti sulla terra come gli Angeli caduti (Apocalisse) così che Gesù è dovuto venire sulla terra per  redimere gli uomini.
Chi riesce in terra a guadagnarsi il Paradiso? Chi si purifica nella sofferenza che è permessa per non passare attraverso il Purgatorio.
Se l’amore richiede sofferenza, s’interroga Caterina B., non può esserci serenità ma Suor Rifugio precisa che bisogna capire che in quei momenti si sta in braccio al Signore.
Roberta S. interviene dicendo che anche i Santi non erano felici e Suor Rifugio ricorda che Madre Speranza teneva l’angoscia dentro di sé mostrandosi comunque sempre disponibile verso coloro che le davano problemi. Anche Gesù, dice Rita R., che conosceva bene l’animo di Giuda al quale era stata affidata la cassa di cui faceva uso personale, esortava gli Apostoli nei suoi confronti.
Luciana B. riporta il detto che il Signore manda le croci secondo la sopportazione di ognuno ed è importante rimanere nella fede e nell’amore.
La santità si misura dall’amore e le ore del dolore vanno offerte al Signore continua Suor Rifugio.
Il coordinatore legge le parole di Madre Speranza:
21 marzo 1952 – questa notte ho sofferto come al solito, ma sul pavimento perché avevo paura di sudare e rovinare il materasso che non è nostro; vedesse padre mio, con quale coraggio si soffre uniti al buon Gesù! Credo di poterle dire che nessuno potrebbe rifiutare di soffrire con Lui vedendo quanto Lui ha sofferto per noi….” (Diario).
Nella coroncina delle Sante Piaghe, dice Rita R., Gesù ci invita a mettere le nostre difficoltà nelle sue Sante Piaghe perché la sofferenza non sparisce ma Lui se ne fa carico per completare la sua Passione. Esorta perciò noi ad unire le nostre sofferenze che non ci abbatteranno, non ci schiacceranno e non ci renderanno disperati. La vita della Madre è stata straordinaria perché straordinaria è stata la sua chiamata fin dalla prima infanzia. La sua pronta risposta a realizzare quanto il Signore le chiedeva è simile al Si di Maria e il portare avanti il progetto di Dio l’ha unita confidenzialmente a Lui. Guardata con sospetto e follia ha avuto sempre la forza di affrontare, a costo di grandi sofferenze e dolore, il volere di Gesù ardendo per far conoscere Dio come un Padre buono e tenera madre come lei l’aveva conosciuto. Madre Speranza ha annullato se stessa, il suo io, mettendo Dio al suo posto. Dio chiama ma non chiama tutti per cose straordinarie ma ognuno nel suo piccolo e dobbiamo essere uniti a Lui in un pensiero costante facendo deserto intorno a noi e dentro di noi per poterlo sentire. Nel silenzio del nostro io, Lui potrà parlarci e guidarci.
Suor Rifugio precisa che non manca nulla alla passione di Cristo ma una parte di dolore lo lascia anche a noi per crescere e più si cresce nell’AMORE più si vivrà nella Gloria di Dio.
Franca L. ricorda le lacrime e il timore di Madre Speranza per la sua incapacità di fare quanto Gesù le chiedeva tanto da pregarlo di scegliere qualcun altro. La sua umanità certo non veniva meno ma la sua fede e il suo Si prevaleva su tutto.
Madre Speranza, dice Sergio R., si è identificata con una scopa che, svolto il suo lavoro, veniva messa in un cantuccio ma dubita che noi possiamo fare altrettanto. Gilberto B. ricorda però quanto già detto a proposito del Signore che manda il freddo secondo i panni, ragion per cui dovremmo saper affrontare i problemi che ci capitano proporzionati alle nostre forze.
La sofferenza, afferma Franca L., non va perduta, essa ha una valenza enorme agli occhi del Signore.
E’ la saggezza suggerita dalla formazione odierna, dice Rossana S., che offre la risposta ai nostri dubbi. Salomone non era felice nonostante le sue ricchezze perché non aveva la pienezza di Dio, così lei, crescendo, ha cancellato quel timore di Dio che aveva da bambina. Il cammino spirituale ha tradotto i suoi sentimenti in amore e riconoscenza cercando di andare in salita secondo il modello di Madre Speranza.
Qualche perplessità di interpretazione ha colto Sergio R. nella lettura della MEDITATIO sul termine “inabitazione” ma Suor Rifugio spiega che nel vocabolario biblico assume il significato di “abitare in Cristo”. Suor Rifugio ricorda ancora  che la Grazia è un dono che noi non capiamo in pieno così come il Mistero trinitario talmente grande che ci supera. Nel Sacramento dell’Eucarestia vediamo i segni materiali della divinità e se l’amore di Dio entra nel cuore, esso è esigente, è gratuito perché la legge dell’amore non è una legge di mercato.
Seguono gli avvisi e la preghiera comunitaria.
Sia lode a Gesù.
Franca