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  8 marzo 2015

 

 

 

 

 

VERBALE DELL’8 MARZO 2015

La “Fiducia nella Misericordia del Padre” interpella oggi noi laici sull’autenticità della nostra fede e dell’abbandono in Lui.
La rivelazione dell’amore di Dio Padre che ha donato suo Figlio per la nostra salvezza, è arrivata tardi per Rossana forte e sicura dell’affetto del suo padre terreno vicino e presente nella sua vita. L’immagine però del Padre buono e della tenera Madre lasciataci da Madre Speranza l’ha poi condotta ad un cammino di formazione  sul carisma dell’Amore Misericordioso e all’adesione all’ALAM.
Il coordinatore invita a riflettere su alcuni pensieri della Madre e Madre Mediatrice, presente alla riunione, ci racconta come la virtù teologale della fede fosse viva in lei.  In sintesi:
“ Madre Speranza era di una fede immensa nella Parola di Gesù e tutto quello che Lui le chiedeva lo eseguiva. Ripercorrendo alcuni passi del suo Diario per capire come è arrivata a questa fede e fiducia, apprendiamo che prima di fondare la Congregazione nel 1928, Gesù l’ aveva invitata a patire i dolori della sua passione perché nella sofferenza accettata per amor suo ci si unisce a Lui. In un bigliettino scritto a Madre Cecilia la Madre le diceva che doveva imparare a vedere Gesù, la sua presenza in tutto, nelle persone simpatiche ed antipatiche e in quelle che fanno perdere la pazienza. Lui ama tutte e in ogni avvenimento si deve vedere Lui, seguendo la volontà di Dio e sprogrammandosi per seguirLo. Vivere di fede e l’unione raggiunta con Gesù ci indica che cos’è la fede.
La Madre riceveva tanta gente a Collevalenza rendendosi disponibile per aiutarle materialmente e spiritualmente. In un’ estasi chiedeva perdono a Gesù per voler donare le offerte ricevute a una coppia di fidanzati che si dovevano sposare. Prima di tutto bisogna saper passare nella sofferenza, nella croce per unirci a Gesù, così da vederLo in tutte le persone e amarle come Lui ha fatto.
Renzo chiede il perché della meditazione sulla passione? Perché l’amore vero si alimenta di sacrificio e la croce è la testimonianza del suo amore vittimale. Gesù ha dato la sua vita spontaneamente e amare veramente è nel dolore.
La donna si dona nel dolore per dare la vita e la Madre ha fatto così generando tante anime alla vita della Grazia. Madre Speranza si caricava di tutte le sofferenze dei pellegrini e diceva: “Questi dolori non li desidero a nessun figlio o figlia”. Attraverso la passione si guadagnava tante anime e questo Gesù lo chiede anche noi laici perché per noi dell’Amore Misericordioso c’è vita di olocausto. Nell’Antico Testamento c’era il sacrificio e parte della vittima, che veniva bruciata, veniva riservata al Sacerdote. Nell’olocausto invece l’agnello veniva bruciato tutto per il Signore.
Nel soffrire per il Signore, Lui non ci lascia soli anzi porta il peso più grande.
Madre Mediatrice ricorda alcuni episodi avvenuti durante l’ultima guerra che aveva risparmiato la Casa Generalizia per la fede e la fiducia riposte dalla Madre nell’aiuto di Gesù “………però la mia fede nel medico divino era così grande….”
“Come il chicco di grano” scritto da Madre Mediatrice traccia il profilo di questa Santa donna.
Madre Speranza, continua, aveva tanta devozione per la Madonna e nei suoi scritti e nelle sue estasi pregava Gesù e si rivolgeva alla Vergine con amore filiale. Dopo Gesù, chi ci deve guidare è la Madonna, modello da seguire. La dobbiamo venerare con il nome di Mediatrice perché è il mezzo, il tramite attraverso il quale Lui si è incarnato.
Un consiglio pratico è quello di meditare la passione di Gesù perché amandoci Lui tanto, siamo sollecitati a ricambiare questo amore.
“Chi si impegna a seguire Gesù il demonio lo perseguita” diceva la Madre.
Pina ricorda che nella parabola del “Figliol prodigo” manca nei due fratelli la gioia di sentirsi amati e per motivazioni diverse non riescono a condividere con il Padre. Attraverso il cammino di formazione ha scoperto che davanti a Dio siamo tutti uguali e la differenza la fa il suo Amore. Lei aveva un’immagine di un Dio severo che ci castiga ma un po’ per volta ha capito che è misericordioso.
Bruna si sofferma sulla fede e sull’essere cristiani, sull’essere Laici dell’Amore misericordioso. Il nostro rapporto con Dio, dice, è stato forse condizionato dal rapporto con il nostro padre terreno ma comprendere l’Amore Misericordioso del Padre Creatore, non ci fa perdere mai la fiducia. Alcune caratteristiche del Padre le troviamo nella Parabola del Figliol prodigo. La nostra Pasqua con il Signore è la conversione, il ritorno a Dio Amore Misericordioso. Essere fedeli, avere fiducia quando tutto va bene nella vita non misura la nostra fede, diversamente nella sofferenza perché  Lui fa tutto per il nostro bene.
Dopo la condivisione e la preghiera comunitaria, si rimanda al 12 aprile.

Sia lode a Gesù
 Franca