VERBALE DEL 12 aprile 2015
Nella domenica di oggi dedicata alla Divina Misericordia, noi, laici dell’Amore Misericordioso, ci riuniamo per meditare sulla verità che “DIO E’ AMORE”.
L’invocazione allo Spirito Santo e alla Santa Vergine, predispongono a condividere riflessioni e testimonianze. Il servizio alla mensa Caritas di Ponte casilino, svolto da alcuni laici, offre una realtà di povertà materiale e spirituale che richiede attenzione e partecipazione.
Sull’abbandono fiducioso di un bambino tra le braccia del Padre espresso nei pensieri di Madre Speranza si sofferma Franca, ricordando come la Madre si affidasse sempre alla Divina Provvidenza, che oggi pare quasi dimenticata e non richiamata. Conforta sapere come nei momenti di difficoltà, la Madre stessa dovesse lottare e superare le tentazioni insinuate dal maligno, a non fidarsi del Signore perché queste tentazioni ci sono per far venir meno quell’abbandono sereno.
Noi, dice Rossana, siamo come il Popolo di Israele, che di fronte alle difficoltà,dimenticava il Dio della salvezza mentre le parole della Madre ci invitano a una maggiore fiducia nelle avversità: “Se non fosse per la grazia che Dio mi dà, direi a Lui – Io non ne posso più, me ne vado -“ La Grazia e la sua fortezza d’animo, ci riporta la formazione odierna, la sostenevano nella certezza che prima o poi l’aiuto del Signore sarebbe arrivato.
“La Provvidenza non arriva perché noi non siamo pronti ad accoglierla” è l’affermazione di un Sacerdote che Caterina C. ricorda. Infatti Dio non viene meno alle richieste di aiuto da parte di un cuore sincero.
L’amore di Dio per noi non è astratto ma tangibile se siamo aperti alla Grazia di Dio ed ascoltiamo lo Spirito Santo che ci illumina, scrive Bruna nella sua riflessione.
Nella sua storia personale ha sentito e riconosciuto l’Amore di Dio per lei soprattutto nei momenti bui e tristi anziché in quelli belli e importanti; le dà fiducia, la fa camminare seppure a fatica ogni giorno senza perdere la Speranza nonostante i tentativi del tignoso
per farla arrendere e rinunciare alla volontà di Dio nascosta da svelare e capire. Spera di non deludere mai il Signore, di contraccambiare il suo Amore, di fare la sua volontà. Ricorda infine le parole Madre Speranza:
“Desidero vederti correre nel cammino della santità con l’esercizio della carità e del sacrificio: voglio che il povero trovi in te conforto, il bisognoso, l’aiuto e che mi conduca il povero peccatore che attendo per colmarlo delle mie carezze paterne. Digli di non temere per le offese che mi ha arrecato, perché il mio Cuore Misericordioso lo ha già perdonato e lo ama con infinito amore: non dimenticare che il sacrificio apre il cammino alla santità e aiuta l’anima a raggiungere rapidamente l’amore che sarà la sua felicità” (El Pan, 2, 75)
Queste parole, conclude possono essere per noi laici un buon programma per cominciare a vivere il Giubileo della Misericordia per noi stessi e per le persone che il Signore ci ha posto a fianco.
Essere laici, afferma Pina, è stata la grazia più bella che ha ricevuto perché l’immagine di Dio è quella che gli viene incontro in modo reale con il suo abbraccio, un Dio che ci ama , che ci cerca, che ci considera tutti sue creature. Questa scoperta di un Dio Misericordioso l’accompagna nelle difficoltà della vita.
Caterina C. pensa con meraviglia alla fede e alla forza di Madre Speranza e Rodolfo racconta come i pellegrini in visita a Collevalenza, ascoltando la storia di Madre Speranza, rimangano colpiti dalla sua volontà e dalla sua forza nel fare tutto senza mezzi, soltanto con l’aiuto del Buon Gesù.
L’intervento di Suor Maria Stella ci arricchisce con la testimonianza della sua vocazione e con i ricordi di bambina legati alla presenza della Madre che aveva instaurato con la sua famiglia un rapporto semplice, umano e materno. L’hanno aiutata molto le sue parole: “Ognuno è figlio di questo Padre che ci ama con tenerezza immensa anzi ama di più chi è bisognoso” perché l’amore gratuito viene comunque colto e la sofferenza va donata al Signore. La Madre ha dato speranza non passando sopra le cose sbagliate, ma non condannando, non dando giudizi. Nelle esperienze di peccato, l’ha aiutata sapere che Dio non conta, perché anche l’uomo più miserabile è amato da Dio con tenerezza immensa.
Altre testimonianze ci ricordano che la vita non risparmia a nessuno difficoltà e sofferenze ma se guardiamo alla sofferenza del prossimo, dobbiamo ringraziare il Signore di quanto ci ha dato.
Sia lode a Gesù
Franca
|