Verbale della riunione ALAM1 del 14 marzo 2021
Alle ore 10.00 si riunisce la riunione del gruppo alam1 di Via Casilina in video-conferenza sulla piattaforma Zoom no-limits di Suor Rifugio.
Sono presenti in presenza presso l’ufficio di Suor Rifugio i seguenti associati: Riccio Sergio e Rita, Marconi Guglielmo e Anna Maria, D’Alfonso Rossana e Suor Rifugio.
Sono collegati in video-conferenza a titolo precauzionale per emergenza Covid Buldini Caterina e Gilberto, Lorrai Tommaso e Bruna, Gulisano Nuccio e Pina, Fusconi Rodolfo e Maria Pia, Botteghi Renzo, Leo Franca, Ruggiero Enzo.
La riunione inizia con l’invocazione alla Spirito Santo.
Il coordinatore propone di leggere la parte introduttiva al libretto di formazione che la volta precedente non era stata letta di Federico Antonucci e con la riflessione di Papa Francesco sulla Speranza.
Si passa alla lettura del secondo capitolo del libretto di formazione “Abramo, Padre nella fede e nella Speranza”.
Sergio Riccio inizia con la riflessione sulla lettera di San Paolo ai Romani sulla Fede.
Rita Riccio legge la sua riflessione che si riporta integralmente:
ABRAMO, padre nella fede e nella speranza - riflessione Rita
Cosa significhi “speranza “umanamente parlando si capisce facilmente, ma “Speranza” spiritualmente cosa significa? Per saperne di più ho fatto una ricerca ed ecco cosa ho trovato :
“La Speranza nella Bibbia, ha a che fare con il posto che il futuro occupa nella vita religiosa del Popolo di Dio : i credenti lo scorgono come un futuro di fedeltà che Dio ha pensato per tutti gli uomini (1 Tim 2,4). Le promesse di Dio hanno rivelato a poco a poco al suo popolo lo splendore di questo futuro, che non sarà una realtà di questo mondo, ma “una patria migliore, cioè celeste ”(Eb 11, 16): “ la vita eterna” in cui l’uomo sarà “ simile a Dio” (1 Gv 2,25;3,2). La fiducia in Dio e nella sua fedeltà, la fede nelle sue promesse, sono quelle che garantiscono la realtà di questo avvenire (Eb 11,1) e che permettono di intuirne le meraviglie. Da questo momento è allora possibile per il credente desiderare questo avvenire, o, per essere più precisi, sperarlo. Infatti, la partecipazione a questo indubbio avvenire resta problematica, perché dipende da un amore fedele e paziente, di per sé difficile per una libertà peccatrice quale è quella dell’uomo.
Il credente quindi non può assolutamente fidarsi di se stesso per conseguire questo avvenire. Può solo sperarlo, in piena fiducia, da Dio, in cui crede e che è l’unico in grado di rendere la sua libertà capace di amare. Radicata così nella Fede e nella fiducia, la Speranza può dispiegarsi verso l’avvenire e sollevare con il suo dinamismo (atti d’Amore) tutta la vita del credente.
Fede e fiducia, Speranza, Amore sono quindi aspetti di un atteggiamento spirituale complesso ma unico.
La dottrina Paolina della Speranza
“San Paolo condivide la speranza della Chiesa radicata nella Fede in Gesù Cristo, ma la ricchezza del suo pensiero e della sua vita spirituale apporta al tesoro comune elementi di grande valore.
La gloria (che è “partecipare alla natura divina” 2 Pt 1,4 ) non coronerà che “ la costanza nella pratica del bene” ( Rm 2,7-8 ;Eb 6,12) nella coscienza che la libertà umana è fragile (Rm 7,12-25) .Il cristiano può quindi sperare veramente di avere parte all’eredità promessa. Egli può e deve, come Abramo, “sperare contro ogni speranza”, a motivo della sua Fede nelle promesse, e della sua fiducia nella fedeltà di Dio, la quale è il fondamento della fedeltà dell’uomo, dal giorno della sua chiamata (vocazione) fino all’ingresso nella gloria.(1 Ts 5,24;1 Cor 1,9; Rm 8, 28-30).
Dunque Fede, Speranza e Carità sono le tre Virtù Teologali fondamentali nel nostro credo, la Fede (fiducia in Dio) alimenta la Speranza (speranza della vita eterna dopo la morte), la Speranza ci induce a compiere atti di Carità/amore e cioè, l’unico bagaglio che porteremo nell’aldilà per entrare nella Vita Eterna sarà solo ed esclusivamente l’amore.
Amore a Dio e al prossimo, e l’amore al prossimo si concretizza attraverso le nostre azioni.
Le tre Virtù Teologali sono per il credente come una scala che l’uomo sale verso il Cielo, in questa scala sorretta dalla Fede, la Speranza è la ringhiera che ci protegge dal cadere per la nostra fragilità; la Carità, gli atti d’amore, sono i gradini che ci permettono di salire verso la gloria cioè la vita eterna nella contemplazione e nella gioia di Dio.
Nel Vangelo leggiamo “sarete giudicati sull’amore” e saranno i famosi gradini che dovremo salire per raggiungere il Cielo.
La fede di Abramo era certo grande e resa tale dal rapporto e dialogo diretto con Dio, e questo privilegio soprannaturale non era da tutti; anche Madre Speranza aveva questo straordinario privilegio soprannaturale: dialogare con Gesù a tu per tu, addirittura richiamandolo a provvedere alle necessità del momento: “ Al mio paese chi ordina paga!”. Non vorrei sembrare presuntuosa ma mi chiedo se la nostra fede è più grande della loro, perché crediamo senza aver visto e confidiamo in Dio per le sue promesse pur non avendole ricevute direttamente da Lui !! ” Beati coloro che crederanno senza aver visto” è una delle Beatitudini e potrebbe essere la nostra.
Altra riflessione è sulla donna cananea che chiede la guarigione della figlia (Mt 15, 21-28), Gesù sembra rispondere duramente dicendo che è venuto per i figli d’Israele e non è giusto dare ad altri il pane dei figli. La donna risponde prontamente chiedendo almeno
“le briciole” di quel pane che non si negano neanche ai cani sotto la tavola!
Pensate che grande umiltà nella sua richiesta paragonandosi ai cani e che grande fede, ritenendo che sarebbe bastata una “briciola”, cioè un minimo gesto di Gesù, perché avvenisse la guarigione della figlia!
E Gesù lo concede dicendo: ” Donna, grande è la tua fede; sia fatto come tu vuoi”.
Rendiamo la nostra fede forte e incrollabile con la perseveranza, perché i tempi di Dio non sono i nostri tempi e la perseveranza viene.
Franca riflette sulle lamentele che sono preghiere la speranza è anche nel buio. Madre Speranza ha vissuto il buio dell’anima dalle Clarettiane quando fu messa in punizione da sola in una stanzetta. Il tempo è di Dio, non possiamo stabilirlo noi. Noi non possiamo mettere delle scadenze con le nostre richieste a Dio, bisogna avere la volontà di pace e di speranza.
Guglielmo riflette sui discepoli di Emmaus che sconsolati stavano andando per la loro strada, avevano perso la speranza, ma il Signore li affianca e pian piano li ha riportati alla Speranza poiché nulla era perduto. Gesù nel Getsemani si era lamentato con il Padre anche lui ha avuto la difficoltà di accettare la volontà del Padre e ha sudato sangue, quindi non dobbiamo mai abbatterci. La speranza quotidiana di superare le difficoltà (il covid) è una cosa diversa dalla nostra speranza.
Bruna riprende dalla Bibbia la Genesi quando Dio promette ad Abramo un figlio quando ormai lui e Sara erano vecchi, e una terra lontana dai parenti della sua casa, e conclude le sfide di Dio non sono sempre umane. Abramo è Padre delle Speranza, perché si è fidato di Dio oltre ogni speranza.
Il segretario (Tommaso Lorrai)
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